Daniel Buren inside Archaeological site of Scolacium

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In 1960 Daniel Buren started to make public interventions, installations and exhibitions in the world. Works are in situ, he creates works ad hoc, unique and unrepeatable. In 2012, Daniel Buren arrives at the Archaeological Park of Scolacium as the protagonist of Intersections VII. Here Basilica is illuminated by RED-BLUE windows that create a magic shadow. At Forum he reinvents a colonnade formed by 53 wooden elements, starting from the existing fragments. Inside the theatre he installed mirrors in length 30 meter and in height over 3 meters. This installation gave a double-image of the ancient building, developing a visual context alienating, where the perception of the place undergoes a gradual transformation reflecting and at the same time, concealing the space. Buren says: “My installations allow accentuate the lines of the park, fill voids, as in the case of the Basilica, replicate simple geometric shapes, draw lines in space, tracing the columns that have never existed, as in the hole.

“Per me il colore è pensiero puro, dunque totalmente indicibile. Tanto astratto quanto una formula matematica o un concetto filosofico”

 Daniel Buren a metà degli anni Sessanta comincia a realizzare interventi pubblici, installazioni e mostre nel mondo. Opera in situ, crea opere pensate per un determinato luogo, uniche e irripetibili. Valendosi di uno “strumento visivo” invariabile-l’alternanza di strisce verticali bianche/colorate- indaga i rapporti fra l’opera d’arte, il luogo in cui prende corpo e lo spettatore. Nel 2012 Daniel Buren approda al Parco Archeologico di Scolacium come protagonista di Intersezioni VII. Qui la Basilica viene illuminata da vetrate in plexiglas rosse e blu che creano un’alternanza magica di luci e ombre. Nel Foro reinventa un colonnato formato da 53 elementi in legno, partendo dai frammenti esistenti. Nel Teatro ha concepito una struttura specchiante di oltre 30 metri di lunghezza e di oltre 3 metri d’altezza che permette di raddoppiare l’immagine dell’antica costruzione, sviluppando un contesto visivo straniante, dove la percezione del luogo subisce una progressiva trasformazione riflettendo e nello stesso tempo occultando lo spazio. Come afferma Buren: “Le mie installazioni permettono d’accentuare le linee del Parco, riempire dei vuoti, come nel caso della Basilica, replicare forme geometriche semplici, disegnare delle linee nello spazio, rintracciare delle colonne che non sono mai esistite, come avviene nel Foro.” Un dialogo con il passato che trova nell’opera di Buren un nuovo spazio visivo.

 

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Daniel Buren – Foro – Parco Archeologico di Scolacium – 2012

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Daniel Buren – Teatro – Parco Archeologico di Scolacium – 2012

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Daniel Buren – Basilica – Parco Archeologico di Scolacium – 2012

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Daniel Buren – Basilica – PARTICOLARE – Parco Archeologico di Scolacium – 2012